Le bollette sempre più care e le nuove normative europee in arrivo sulle prestazioni energetiche degli immobili potrebbero cambiare radicalmente il mercato residenziale.
Agli estremi, potremmo arrivare a vedere una contrapposizione netta tra le case green da una parte e le abitazioni energivore energivore dall’altra. Non è difficile, peraltro, capire quali saranno gli appartamenti più attraenti agli occhi degli acquirenti.
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Tuttavia, non tutti stanno pensando al fatto che questa divisione interesserà anche il mercato dei mutui. In che modo?
Come cambiano i mutui con le case green
In sintesi, spiega Luca Bertalot, segretario generale della Emf (European Mortgage Federation), con dichiarazioni riportate sul Corriere della Sera, quel che potrebbe accadere è che i finanziamenti che hanno come garanzia degli immobili verdi saranno offerti a condizioni nettamente migliori rispetto agli altri.
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Ma per quale motivo?
È ancora lo stesso esperto a spiegarcelo: le regole sulle coperture che le banche devono avere per erogare finanziamenti diventeranno a breve sempre più stringenti e considerato che gli immobili green in futuro varranno sempre di più rispetto alle loro controparti meno virtuose, non è arduo comprendere dove ricadrà anche la preferenza degli istituti di credito.
Le case green possono infatti essere rivendute più facilmente senza perdere di valore: più la garanzia è solida, infatti, più bassa è la quota sull’erogazione che andrà messa a riserva e di conseguenza minore sarà anche il costo per il cliente.
Quanto costano i mutui green
Il Corriere della Sera ha poi compiuto delle simulazioni per comprendere quali siano i mutui più convenienti sul mercato per quanto concerne gli acquisti di immobili green.
Ebbene, un finanziamento green a 20 anni per una casa da 300.000 euro può avere un tasso fisso tra il 3,66% (Bper) e il 3,80% (Webank), mentre per quanto concerne il variabile si oscilla tra il 2,81% (Ing) e il 3,95% (Webank). Per un finanziamento a 30 anni, invece, il tasso fisso green potrebbe oscillare tra il 3,50% (Bnl) e il 3,74% (Ing), mentre il tasso variabile oscillerebbe tra il 3,05% (Ing) e il 4% (Banco Bpm).
Inoltre, l’esperto condivide come una parte sostanziosa del business per le banche arriverà dai mutui, ipotecari e non, che sono finalizzati non all’acquisto ma alla riqualificazione energetica.
“Un salto di due classi significa su una casa di 100 metri quadrati in Italia mediamente abbattere i costi energetici del 70 e l’80% e di aumentare il valore potenziale dell’immobile mediamente del 12% – ha dichiarato Bertalot, per poi sottolineare che per ottenere questo risultato sono necessari investimenti per almeno 25-30 mila euro per abitazione.