Nuovo record per il regista di Avatar 2. Se non lo hai visto, ecco perché dovresti farlo subito

Da settimane ormai si registra un incremento di giorno in giorno maggiore di incassi del nuovo Avatar- la via dell’acqua. Pare infatti che la nuova pellicola di James Cameron, stia quotidianamente segnando record annuali, apportando di fatto un riscontro più che positivo.

Non a caso, secondo quanto mostrano i dati forniti da Cinetel, è divenuto in soli 14 giorni il film che più celermente ha raggiunto il traguardo del box office mondiale, tant’è che in Italia ad esempio si configura proprio come il film che ha ottenuto il maggiore incasso in seguito allo scoppio della pandemia da Covid-19.

Avatar 2
Il successo del film del ritorno a Pandora versione subacquea

Ma di certo, numeri decisamente degni di nota sono quelli riscontrati in America. Più nello specifico, negli USA Avatar 2 ha raccolto 358 milioni di dollari, e nei prossimi giorni si presume ancora un aumento, almeno fino al weekend dell’epifania.

A tredici anni dal primo film ed un successo commerciale senza eguali, Avatar è di fatto tornato ad emozionare e coinvolgere gli animi degli spettatori in maniera quasi onirica, attraverso un meticoloso studio che ha permesso di fatto di migliorare anche in termini di effetti visivi speciali.

Ma cos’è che davvero coinvolge così tanto lo spettatore in Avatar 2?

Avatar 2- La via dell'acqua
Lo spettatore proiettato in un mondo idillico

Gli incassi da record, sono dovuti principalmente al modo in cui il film riesce a catturare ed appassionare le persone; infatti l’identificazione e l’empatia dello spettatore per questo mondo idillico, sono estremamente potenti in quanto al suo interno il rapporto dell’essere umano con la natura viene idealizzato a tal punto, da far apparire questo luogo virtuale quasi reale.

3 ore e 12 minuti intensi, che proiettano la platea quasi in un’altra dimensione e fanno sì che una volta che lo spettacolo giunge al termine, l’animo dello spettatore è provato da un’irrefrenabile senso di nostalgia e di inquietudine, proprio com’è accaduto nel 2009 con la prima pellicola.

Si tratta di un sentimento talmente comune, che ormai questa sorta di depressione post-visione del film, è riconosciuta come una vera e propria sindrome, definita PADS (Post Avatar Depression Syndrome).

Ecco cos’è la PADS e da cosa dipende

Questo sensazione di angoscia è stata riscontrata secondo quanto riportano le stime, circa nel 10% degli spettatori, ed è principalmente dettata appunto dal triste ritorno alla realtà che sorge spontaneo in seguito alla visione, ed è strettamente correlata al rapporto che ciascuno instaura con la natura.

Infatti, se nel film si assiste e quasi ci si immedesima a questo perfetto ed equilibrato ecosistema, capiamo bene come un regresso alla vita reale, in cui sempre di più negli ultimi anni la situazione ambientale va peggiorando, si configura come una vera e propria  delusione e sofferenza, in quanto ci si interfaccia con un crudo riscontro reale: la percezione di quanto effettivamente il luogo idillico del film, di questo passo, sia impossibile da raggiungere.

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