Le nuove misure del governo finalizzate al contrasto all’evasione fiscale non convincono.
A sostenerlo è una nota giornalista che in più occasioni si è occupata di questo tema, Milena Gabanelli, che in un recente intervento ha sollevato non poche perplessità sulla reale efficacia delle misure in corso di approvazione.
Ma quali sono i dubbi e gli interrogativi posti dalla giornalista in questo contesto?
Dove si cela l’evasione fiscale e cosa non si fa
Gabanelli ricorda innanzitutto come la maggior parte dell’evasione fiscale sia concentrata in tre grandi bacini: Irpef, per 32 miliardi, IVA, per 27,7 miliardi e lavoro nero, per 12,7 miliardi.
Per giungere a un contrasto più efficiente, l’Agenzia delle Entrate dovrebbe poter effettuare un controllo incrociato del database informativo che… non riesce ancora a fare, considerato che non può avere un accesso diretto alle informazioni dell’UIF e dell’Inps, per esempio. Per quanto riguarda i conti correnti, può ispezionare i movimenti dei rapporti ma può ottenere il nome dell’intestatario del conto solamente se dovesse emergere qualcosa di palesemente “sospetto”.
Il motivo per cui l’Agenzia delle Entrate non può ottenere un accesso pieno alle informazioni sui conti correnti (che se incrociati con gli altri database informativi potrebbero evidentemente fornire valori aggiunti essenziali in termini di contrasto all’evasione) è legato alla privacy: il Garante non permette infatti di giungere a un così avanzato sistema di controllo sui rapporti bancari, con la conclusione che l’azione del Fisco è sempre monca.
Ora, in buona sostanza, di ciò in manovra di Bilancio non si parla, né sembra esserci la volontà di prendere a piene mani questo tema nel breve periodo. L’impressione è pertanto che senza affrontare alla base la gravità del problema dell’evasione fiscale in Italia, poco si possa fare per arginare il volume di decine di miliardi di euro sottratti ogni anno all’Erario…