Non c’è mai limite al peggio: il povero attore Calissano non può riposare in pace

Solo dopo poco più di un anno dalla sua scomparsa, avvenuta a Roma il 29 dicembre 2021 a soli 54 anni in seguito all’assunzione di un mix di farmaci antidepressivi, spuntano rivelazioni riguardo ai suoi conti, ed i sospetti pare che provengano proprio da colui che ne doveva essere tutore ed amministratore. 

I familiari di Paolo Calissano -che deve la sua fama ad alcune note serie tv e film di successo degli anni 90- essendosi accorti di vari ammanchi nelle finanze dell’attore, avevano a tal proposito presentato una denuncia per peculato.

Da allora il suo conto è sotto l’attenzione della procura di Genova che, in seguito ad un esposto della famiglia, avevano fatto partire un inchiesta del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, sotto la coordinazione dal sostituto procuratore Francesco Cardona Albini e dall’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati.

Paolo Calissano
Integrata ulteriore querela all’indagine sulla morte

La carriera di Calissano fu in parte segnata e frenata nel settembre 2005, in seguito alla morte per overdose da cocaina della ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra avvenuta all’interno della sua casa a Genova, motivo per l’attore partì un’inchiesta che si concluse con un patteggiamento di quattro anni e l’ingresso in comunità.

L’anno successivo, il tribunale aveva nominato l’avvocato Matteo Minna come amministratore di sostegno dell’attore.

Ma archiviate le indagini sulla sua morte, ne è stata aperta un’altra per circonvenzione di incapace

Eredità di Calissano
“È una fase delicata delle indagini, e non commentiamo nulla”.

Dei movimenti sospetti registrati su fonti aperte (quali ad esempio quelle delle misure catastali) all’interno di settori decisamente distanti da quello della recitazione, avrebbero fatto sparire dai conti di Calissano circa 1 milione di euro, soldi che l’attore aveva guadagnato la partecipazione a diverse società, quale ad esempio la Autopark V maggio srl, che era stata poi liquidata.

Tra le varie operazioni registrate che al momento sono al vaglio degli inquirenti, risulterebbero circa dieci bonifici risalenti al 2019, da un conto intestato appunto allo stesso attore, e destinati al suo amministratore Minna, finalizzati nella causale ad apparenti spese e finanziamenti della Autopark.

Ma i conti non ridanno. Nella contabilità della società risultano stanziamenti decisamente inferiori provenienti da Calissano.

Motivo per il quale attualmente Minna si ritroverebbe indagato a causa di diverse amministrazioni di sostegno.

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